Località

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Con una superficie di 40.490 ettari nella parte sud-orientale della provincia di Cuneo, la Val Tanaro rappresenta il ponte naturale verso le province liguri di Imperia e Savona, con le quali divide il lungo confine naturale formato dalle Alpi Marittime-Liguri.

COMUNE DI ORMEA

NATURA E TERRITORIO
Ormea
(Ulmèa nel dialetto ormeasco, Orméa in piemontese, Ormëa in ligure) è un comune di 1.639 abitanti (01/01/2015 Istat), al confine amministrativo con la Liguria.

Il nome deriva dal latino Ulmeta, per la gran quantità di olmi presenti un tempo sul territorio. Il nome si modificò poi in Ulmea (rimasto ancora nel locale dialetto), Olmea, Ormea.

La conformazione del paese ricorda la forma di un cuore, infatti Ormea è l'anagramma di "Amore".

Il Comune è composto da ben 21 frazioni: Aimoni, Albra, Barchi-Breo, Bossieta, Cantarana, Chionea, Chioraira, Eca, Isola Perosa, Musso, Nasagò-Isola Lunga, Ponte di Nava, Porcirette Sottane, Pornassino, Prale, Pronzai, Quarzina, Tetti Soprani, Valdarmella, Villaro e Viozene.

Una delle caratteristiche del territorio è la parlata, specifica di gran parte del comune, di carattere tipicamente ligure (secondo la classificazione dei linguisti Schladel e Parodi).

La specificità del dialetto ormeasco ha fatto sì che diversi studiosi locali, ma anche stranieri, abbiano avviato degli studi di fonetica e abbiano pubblicato sia la grammatica che il dizionario; nelle grotte che caratterizzano il suo territorio sono stati rinvenuti numerosi reperti di insediamenti umani dell'epoca neolitica.

STORIA
Della sua storia è molto importante il periodo dei Saraceni, nel X secolo. Rimangono segni sul territorio nella torre cilindrica di Barchi, in quella del Castelletto (oggi rimangono solo le fondamenta) e nella caverna fortificata detta Balma del Messere a Cantarana.

Nel '700 divenne marchesato e per merito del suo marchese Carlo Vincenzo Ferrero d’Ormea si costruì un lanificio che poteva competere con le industrie inglesi, tanto che fu scelto come fornitore di stoffe rosse dell'esercito sabaudo.

La rivoluzione francese e la campagna napoleonica in Italia portò morte e distruzione. In quegli anni furono ridotti in macerie sia la fabbrica che l'antico castello che domina il centro storico. Bisogna arrivare alla fine dell''800 per vedere la cittadina risollevarsi.

Grazie alla ferrovia Ceva-Ormea, che agevolava le comunicazioni, Ormea divenne un centro turistico di risonanza europea. È di quel periodo la costruzione del Grand Hotel frequentato dalla nobiltà inglese, francese e tedesca; per alcuni anni funzionò anche una sede estiva del casinò di Sanremo. Si costruirono ville per la villeggiatura da parte di nobili famiglie europee.

Nel 1804 venne insignita da Napoleone del titolo di città, poi confermato nel 1815 da Vittorio Emanuele I di Savoia.

Ebbe avvio anche lo sviluppo industriale della zona. La ricchezza di acqua facilitò la costruzione di una cartiera che diventò presto importante per la produzione di carte molto sottili: carta da sigarette per il mercato del Medio Oriente e da condensatori.

La crisi della montagna ha spopolato sia le frazioni che il centro storico. Oggi si cerca di rilanciare l'offerta delle tradizioni locali relative alla cucina, al territorio, alle tradizioni delle feste.

ATTRAZIONI

CUCINA
La cucina locale beneficia del fatto di essere al confine tra Piemonte e Liguria usando e rielaborando ingredienti delle due regioni.

Numerose sono le sagre, da quella della polenta saracena alla lasagna ormeasca, riproposte anche nei ristoranti locali. Degno di nota il "Cin" una purea di patate e porri e erbe varie da mangiare come purea o come riempimento dei "Tultei" tortelloni di pasta sfoglia fritti. Da segnalare anche la patata di Ormea un prodotto unico per consistenza e sapore.

MANIFESTAZIONI E TRADIZIONI
Le tradizioni vengono mantenute nella solennità del Corpus Domini con l'infioramento della strada principale dove passa la processione, la sera viene accompagnata da un suggestivo spettacolo pirotecnico.

Il carnevale storico propone la tradizione de J'Aboj (personaggi locali che fanno la questua) risalente al tempo dei Saraceni.

Terre d'Ormea è una manifestazione enogastronomica che si svolge in giugno in tutte le piazzette e le "corti", ogni "corte" presenta un piatto tipico della Valle abbinato a un vino diverso.

Interessante e unico il sistema di pulizia (detto "bioa" nel dialetto locale) delle strade cittadine. Utilizza l'acqua del torrente Armella che viene deviata in canali sotterranei e fatta risalire, attraverso alcune botole, nelle vie (che hanno un profilo convesso) e sfruttando la pendenza naturale, tutto il paese può essere percorso dalle acque che lavano e in inverno portano via la neve.

MONUMENTI
Nel centro storico si possono ammirare:
  • l'antica porta di ingresso in città, all'interno del campanile nella romanica Chiesa di San Martino. La porta è composta da due archi, quello verso l'interno della città è romanico a tutto sesto, mentre quello verso l'esterno è gotico a sesto acuto;
  • piazzette e vie tortuose (detti "trevi" in ormeasco) con bellissimo scorci. Piazza Nuova con il suo acciottolato e le sue fontane;
  • il museo etnografico "La Casa", dove si è ricostruita una abitazione della fine dell'Ottocento con mobili e oggetti vari;
  • la chiesetta della Madonna degli Angeli;
  • le statue in marmo nero di Ormea realizzata da professori e studenti dell'Accademia delle belle arti di Torino e altri artisti, sono distribuite in tutti i giardini;
  • la collegiata di San Martino
   
INFO
http://www.ormea.eu/