Località

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Con una superficie di 40.490 ettari nella parte sud-orientale della provincia di Cuneo, la Val Tanaro rappresenta il ponte naturale verso le province liguri di Imperia e Savona, con le quali divide il lungo confine naturale formato dalle Alpi Marittime-Liguri.

COMUNE DI PRIOLA

NATURA E TERRITORIO
Priola
(Priòla in piemontese) è un comune di 701 abitanti (01/01/2015 Istat).
Il nome deriva dal toponimo Petra Auriola, Petriola. Il suffisso è legato al latino petra, nel senso di "rupe, roccia, masso roccioso" che richiama l'aspetto geomorfologico della zona, in questo caso la montuosità.

Il Comune è diviso nei quartieri di Borgo (S.Desiderio), Casario, Pievetta e Pianchiosso, di dimensioni minori l'aggregato di case Careffi.

STORIA
Il toponimo Petra Auriola, da cui l'odierna Priola, compare per la prima volta nel XIII secolo nel cartario della Certosa di Casotto come luogo di stipula di vendite e donazioni a favore dei monaci.
La sede pievana cui afferiva questo insediamento sparso doveva essere collocata entro l'attuale frazione di Pievetta già dal V secolo d.C., mentre a Priola, secondo le prime fonti medioevali, era la sede della corte incastellata.
In seguito all'espasione aleramica lungo il Tanaro, il comune di Priola entrò a far parte del distretto marchionale dei Ceva. Nel 1225 Giorgio II il Nano vendette anche il feudo di Priola per ottenere da Asti aiuto militare contro l'alleanza tra il marchese di Ceva, i Clavesana e Mondovì; alla fine del XIII secolo però la città stessa vi infeudò nuovamente i marchesi di Ceva vincitori.
Nel corso del XIV secolo fu infeudato ai Pallavicino di Ceva, ramo cadetto della famiglia marchionale, signori del luogo e vassalli dei Savoia.


ATTRATTIVE
I ruderi del castello di Priola

La costruzione sarebbe antichissima; pare esistesse già ai tempi della donazione del feudo fatta da Olderigo Manfredi nel 1033, al monastero di S. Giusto di Susa. Vicina geograficamente a Ceva, ben presto interessò i suoi Marchesi che, nel 1236, ne diventarono proprietari con i fratelli Giorgio I, Leone ed Emanuele. Verso il 1299 il Nano di Ceva potenziò la posizione strategica della costruzione con grandi torri in pietra ed una guarnigione come presidio. Ai Ceva il castello restò fino all'occupazione del Marchesato da parte delle truppe francesi di Francesco I il quale investi del luogo il genovese Sebastiano Sauli, nel 1515. Contro la decisione protestarono ed insorsero gli aventi diritto Carlo e Niccolò di Ceva. Così il maresciallo di Francia, Odet de Foix, marchese di Lautrec, per eliminare la controversia distrusse il castello in questione minandolo e bombardandolo.

Cappella di San Bernardo
In documenti del XVII secolo la chiesa campestre di San Bernardo risulta sotto la parrocchiale di San Giusto, che a sua volta era stata attribuita dal vescovo di Asti ai monaci benedettini dell'Abazia di San Giusto di Susa già dal IX secolo (i resti della chiesa di San Giusto sono visibili lungo la SP292 ai piedi del castello di Priola).
La cappella di San Bernardo, in ogni caso, non deve essere molto anteriore al XV secolo, tra il XV e XVI secolo sorgono infatti le numerose cappelle campestri del territorio di Priola.
La cappella è stata realizzata probabilmente alla fine del XIV secolo, installandosi sul perimetro di una struttura fortificata.
L'interno è voltato a botte e presenta affreschi del XV secolo che raffigurano il Cristo Pantocratore e immagini di santi.

http://archeocarta.org/priola-casario-cn-cappella-di-san-bernardo/

INFO
http://www.comune.priola.cn.it/